Ferdinando Russo

Ferdinando Russo, dopo la fondazione del periodico Prometeo, che ebbe vita breve, lavorò come impiegato presso il Museo archeologico di Napoli e pubblicò i testi di Sunettiata (Napoli 1887) per i tipi di Federigo Casa: dialoghi di popolani, carcerati, guappi, e «documenti umani» colti fra le vie di Napoli con qualche concessione sentimentale. Vi trovarono spazio alcuni topoi …

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Ferdinando Russo, dopo la fondazione del periodico Prometeo, che ebbe vita breve, lavorò come impiegato presso il Museo archeologico di Napoli e pubblicò i testi di Sunettiata (Napoli 1887) per i tipi di Federigo Casa: dialoghi di popolani, carcerati, guappi, e «documenti umani» colti fra le vie di Napoli con qualche concessione sentimentale.

Vi trovarono spazio alcuni topoi della letteratura napoletana, come il gioco del lotto (’A furtuna), la superstizione (Jettatura) e la rasoiata inflitta sul volto della donna fedifraga (Rasulata), già nel Salvatore Di Giacomo di Sfregio (in Sunette antiche, 1884); diversamente dal suo concittadino, però, Russo utilizzò subito un dialetto più aspro e difficile, frutto di una frequentazione dei bassifondi e di un’aderenza al vero che lo contraddistinsero come autore verista contro il più lirico Di Giacomo.

Sempre nel 1887 scrisse una delle sue prime (e più fortunate) canzoni in napoletano, Scètate (Svegliati), musicata da Mario Pasquale Costa, componendone circa 250 fino alle soglie della morte.

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