Storie aneddoti e ricordi
Etty
L’Istituto Tecnico “E.F.Corinaldesi” di Senigallia (1945-2015)
€ 15,00
Storie aneddoti e ricordi
Da un progetto di scrittura avviato e portato a termine nell’a.s. 2014-2015 nasce questo libro che si muove su due piani diversi e convergenti: la ricostruzione storica propriamente detta e le testimonianze dal basso di vita vissuta. Riemergono così ricordi di fatti più o meno lontani nel tempo visti con l’occhio freddo e distaccato del documento burocratico, della relazione ufficiale di allora e al tempo stesso rivissuti nell’esperienza quotidiana del singolo, nei piccoli avvenimenti che segnano la vita scolastica.
Due diversi modi di riproporre il passato si intrecciano e si rimandano quindi a vicenda con un risultato composito, apparentemente frammentario, ma in realtà legato da un sentimento profondo: l’orgoglio di aver vissuto un’esperienza importante e gratificante in una scuola, il Corinaldesi, che ha dato ai tanti che l’hanno frequentata molto più di quanto potessero aspettarsi.
Giovanni Ricciotti, attivo da tempo come insegnante nelle scuole superiori di Senigallia, è cultore di studi di carattere letterario e storico. Suoi campi di indagine sono la letteratura del Novecento, in particolare lo scrittore e saggista senigalliese Mario Puccini, e la storia moderna e contemporanea dove ha svolto ricerche relative alla storia della gastronomia, dell’emigrazione e della realtà locale. In questo contesto ha collaborato, tra l’altro, alla stesura della monumentale storia della città di Ostra, sua città natale.
VITTORIO GRAZIOSI Nato il 4 maggio 1960 a Jesi.
Vittorio Graziosi inizia la sua avventura letteraria negli anni novanta per la sua determinazione di conservare nella memoria, affinché non vadano perdute, storie da lui ritenute di grande bellezza e profonda suggestione e per la sua volontà di farle conoscere. Arricchirle con dettagli di fantasia, colorarle con un sapiente uso delle immagini e farne dei veri e propri racconti il passo è stato per lui breve e forse…inevitabile. Sono nati così i primi tre racconti raccolti ne L’ombra delle onde pubblicato nel 1998. Traendo spunto da fatti di cronaca, il primo narra le vicende di un calciatore che rinuncia ad un contratto milionario per far ritorno al capezzale della madre ammalata; il secondo la storia del padre di Letizia, la ragazza uccisa da mani vandale che gettarono una pietra dal cavalcavia dell’autostrada; e infine la tenera storia d’amore fra una donna considerata pazza e un esserino, forse un nano o forse un alieno. Storie che conducono l’autore verso una delicata esplorazione dell’animo umano, della sue fragilità, ma soprattutto della sua forza e delle sue infinite possibilità. Nello stesso anno scrive Come adottare una nuvola, il racconto, a volte crudo, di una esperienza forte, vissuta in prima persona: l’anno di carcere scontato a Gaeta per aver rifiutato la divisa, una grande esperienza che l’ha aiutato a diventare uomo e a maturare i sui ideali pacifisti, avendo come vicino di cella il famoso criminale di guerra Walter Reder, meglio noto in Italia come il “boia di Marzabotto”. Sullo sfondo di queste due posizioni, fortemente contrastanti, di una dura vita scandita da gesti rituali, emergono diverse figure, tipi, che ora hanno preso vita in una trasposizione teatrale, curata dallo stesso autore, “liberamente tratta” dal testo. Del 1999 è la terza pubblicazione Le giunchiglie in riva al fiume, malinconico e romantico romanzo autobiografico che racconta gli anni sessanta visti dagli occhi di un bambino.
Un autentico atto d’amore nei confronti della sua terra, mirabilmente tratteggiata nelle sue sfumature. Ogni pagina ne sprigiona i colori, gli odori, i rumori, i sapori, le emozioni trasmesse sul filo di una narrazione lirica. In questo contesto si snodano le sue avventure di bambino ed emergono figure significative, gli eroi del quotidiano, la sua gente. Quindi, grazie alla cognata, la famosa cantante lirica Valeria Esposito, ha modo di conoscere storie di cantanti lirici e resta colpito dalla vicenda del tenore rumeno Joseph Smidt, detto il “tenore nano”. Un cantante di grandissimo talento, morto in un campo di concentramento nazista, ennesimo talento spezzato dalla furia della guerra. Una storia forte e sentimentale che prende vita ne La lieve trama dell’usignolo, pubblicato nel 2001. In appendice una raccolta di racconti brevi, efficaci ritratti, piccoli affreschi di vita quotidiana, intitolata Gli amaretti, storie dolci-amare proprio come il biscotto di novembre, l’amaretto, detto anche il “biscotto dei morti”. Questo ultimo testo ha avuto un grande successo di pubblico e critica da essere scelto per il teatro come spettacolo di “musica&prosa”. Nel 2004 pubblica La vita è un arco teso, la storia di un assassino che cerca riscatto e redenzione combattendo la battaglia dei diritti di un popolo oppresso, quello algerino al tempo della guerra civile, nel 1963, per la libertà dal dominio francese. Sebbene inserita in preciso contesto storico, è la prima storia interamente inventata dall’autore che conduce il lettore, insieme con il protagonista, in un lungo viaggio che lo condurrà fin tra le dune del deserto algerino e, nello stesso tempo nelle pieghe più profonde del cuore di un uomo che cerca rimedio alla morte che ha provocato. E lo troverà rinunciando alla propria libertà per consegnare al mondo il messaggio di un popolo in lotta per i propri diritti. Il romanzo ha vinto la speciale classifica nazionale di vendite via internet ed è stato selezionato come sceneggiatura da film al festival internazionale di Torino da una commissione di sceneggiatori per due anni consecutivi (2005 e 2006) nella speciale sezione “Pactch editoriali” ed è ora in via di valutazione definitiva.
Dal 2006 Graziosi svolge attività di laboratorio di scrittura con gli studenti delle scuole medie superiori. Da questa attività è nata la pubblicazione di una raccolta di racconti degli studenti stessi dal titolo Raccontami una storia…, a cui hanno fatto seguito Il vento che rubava cappelli, pubblicato nel maggio 2009 e presentato alla Fiera internazionale del libro di Torino e Storie di giovani, giovani storie nel 2010. Sangue di rosa scarlatta, l’ultima fatica dello scrittore jesino, uscita nel gennaio 2008, è la vicenda di un uomo che perde il suo unico figlio nell’attentato alla metropolitana di Londra nel 2005. Si tratta di una storia particolarmente avvincente che trascina letteralmente il lettore, con il fiato sospeso, fin nelle radici più profonde del dolore, in un’esperienza dall’effetto catartico. Dopo la ricerca disperata della vendetta, il protagonista giunge infatti ad una soluzione inaspettata, una risposta positiva al male e alla sofferenza senza spiegazioni e giustificazioni. Opera dalla struttura nuova per l’autore, la forma del diario, mostra una scrittura matura, che pur non abbandonando i toni lirici, si presenta in una forma più asciutta, dai ritmi più serrati. La storia esprime, in una trovata originale, un messaggio di pace, in un’epoca in cui i frequenti atti di terrorismo troppo spesso insidiano negli animi dei più giovani il seme dell’intolleranza. Messaggio che Graziosi ha voluto condividere con l’artista ucraino Eugenio Derevianko, autore della copertina del libro. I due artisti hanno aderito ai progetti di solidarietà dell’Associazione onlus Nabat, che opera ormai da diversi anni a Kiev a sostegno di bambini in situazione di grave disagio. Il ricavato dalla vendita del libro è infatti interamente devoluto, per il tramite di tale associazione, ai pazienti del reparto di Oncologia pediatrica dell’ospedale di Kiev. In virtù delle sue iniziative benefiche Graziosi è stato insignito del titolo di “Cavaliere della Pace” dal “Centro Internazionale per la Pace fra i popoli” di Assisi. Alla sua seconda edizione, il romanzo presenta anche la versione in russo, mentre sono in attesa di pubblicazione le traduzioni in spagnolo e in francese. Dalla collaborazione con Derevianko Graziosi ha tratto ispirazione per l’elaborazione delle didascalie per le opere dello scultore, esposte in un’antologica che dall’estate 2008 gira l’Italia, piccole chicche, “l’arte che parla all’arte”, come ama affermare lo scrittore, che hanno destato grande interesse ed ammirazione presso i visitatori della mostra. Dal novembre 2009 collabora con l’agenzia letteraria Scriptorama come docente nei Workshop per aspiranti scrittori. Frutto di tale attività sono le pubblicazioni “AAVV” (2012) e Il Cerchio della memoria (2013). Ad Aprile del 2010 l’Università Nazionale Taras Schevchenko di Kiev gli ha affidato l’incarico di proporre il laboratorio di scrittura creativa presso la Facoltà di Lingue e il 16 Aprile 2010, con cerimonia ufficiale, è stato insignito della medaglia al valore culturale per il suo impegno nella creazione di un ponte tra le culture Ucraina e Italiana.
Nel gennaio 2011 è uscito Una vita per la libertà. Il partigiano Eraclio edito per i Quaderni del consiglio regionale delle Marche, storia liberamente tratta dalla biografia di Eraclio Cappannini, un partigiano morto appena ventenne il 5 maggio del 1944 nel territorio di Arcevia. Uno spaccato di storia locale, narrata con il consueto lirismo, frutto di un’accurata ricerca, ricostruita grazie anche alle testimonianze dei familiari del protagonista. A marzo 2011 ha svolto attività di laboratorio di scrittura creativa presso la Facoltà di Lingue dell’Università Statale di Beiurut. Il 7 agosto 2011 è stato ospite del caffè letterario nell’ambito della manifestazione, a carattere nazionale, Popsophia. Sotto il segno della bilancia, edito dalla casa editrice Alberti a settembre 2012, scritto a quattro mani con Fabio de Nunzio, noto inviato del tg satirico Striscia la notizia, (del duo Fabio&Mingo) affronta con sensibilità ed ironia il tema dell’obesità: l’odissea della vita quotidiana per chi, sovrappeso in un mondo a misura di magri, affronta le difficoltà con coraggio ed ottimismo riuscendo a trovare la felicità. Del novembre 2012 è l’ultima pubblicazione, Martirio, realizzato con il contributo dell’A.n.p.i., che ricorda, nei racconti di Vittorio Graziosi e nei bozzetti di Carlo Cecchi, il sacrificio di sette partigiani, trucidati a Montecappone, presso Jesi, il 20 giugno 1944.
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