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Sara Bacchiocchi

Nata a Milano da padre e madre senigalliesi, ho vissuto nel capoluogo lombardo fino all’età di dieci anni, quando venne a mancare mio padre. Ho ancora impressi nella memoria i viaggi fra Milano e Senigallia, rigorosamente in treno, per raggiungere l’agognato mare e i cari parenti. Soprattutto, è ancora chiara l’emozione provata all’uscita della stazione ferroviaria senigalliese alla vista della strada e, oltre essa, di un edificio possente ed antico, con molte finestre, circondato da un accogliente parco ma reso minaccioso dalle inferriate: la Rocca mi dava il benvenuto a Senigallia. Ecco, alla vista di quell’edificio si rinnovava in me la curiosità di scoprire cosa vi fosse all’interno. Cosa ci sarà mai stato, in tutte quelle stanze? Quanto saranno state grandi? Quando e da chi sarà stato costruito?

Fu proprio la mia famiglia ad insegnarmi l’interesse per la storia e per le antichità. Mia madre mi raccontava spesso della sua infanzia vissuta fra guerra e dopoguerra, di un mondo in cui spesso l’unico mezzo di trasporto era costituito dai propri piedi e la gioia era avere una bambolina ricavata da stracci o scampare ad un bombardamento. Mio padre fu appassionato di storia e un avido lettore.  A volte, con tutta la famiglia (padre, madre e sorella maggiore) si prendevano i trasporti pubblici e si girava Milano, con tappa obbligata a Piazza del Duomo. A volte le mete potevano comprendere anche Porta Venezia, col parco e il Museo di Storia Naturale o il meraviglioso Castello Sforzesco. Non mi mancarono neanche le occasioni per avvicinarmi al mondo dell’artigianato. Mio padre fu in gioventù un buon fabbro, mentre mia sorella, che studiò per diventare costumista teatrale e stilista di moda, era spessissimo intenta a disegnare figurini, cartamodelli e a lavorare con le stoffe. Appassionata d’arte, mi avvicinò a quel mondo affascinante e sfaccettato fatto di immagini, materia, emozioni e storia. Un mondo ispiratore per i miei disegni di bambina, prima ancora di diventare materia di studio.

Quando entrai per la prima volta nella Rocca provai un certo sgomento, vedendola vuota: niente mobilia, niente dipinti o statue… ma fui rapita dalle pietre e dai cunicoli, da tutti quei passaggi chiusi e angusti che chissà dove mi avrebbero condotta, se solo avessi potuto percorrerli. Molti anni dopo scelsi la Rocca quale luogo del mio stage formativo per la laurea magistrale in Storia dell’Arte, conseguita ad Urbino. Quello stage mi insegnò una cosa molto importante: non tutto è scritto nero su bianco in un libro. Un edificio antico può avere ancora i suoi misteri e una storia che lascia spazio a ipotesi. La Rocca, benché visitata da turisti e studiosi, mi apparve allora come un labirinto ancora inesplorato fatto di indizi e domande che divennero stimolanti occasioni di scambi e riflessioni con lo staff, quasi un intricato romanzo giallo scritto dal tempo.

Non dimenticai quell’esperienza neanche nei mesi successivi all’alluvione del 3 maggio 2014, che colpì l’abitazione in cui vivevo con mia madre. Dopo lo spavento ed il lavoro di ricostruzione, fu tempo di concentrarsi su altro. Cominciai a cercare notizie, che volli raccogliere in questo scritto: un progetto per la cui riuscita devo ringraziare anche la mia famiglia, i miei amici, lo staff della Rocca e mio marito, che mi hanno sempre incoraggiata.

Sarebbe assai presuntuoso da parte mia asserire di aver raccolto tutte le informazioni esistenti sulla Rocca Roveresca di Senigallia e di conoscerne perfettamente la storia. Se col mio modesto lavoro avrò creato interesse e curiosità  verso un monumento che ha accolto fatti e personaggi di notevole importanza, chi l’ha costruito e le connessioni possibili con altri siti altrettanto affascinanti, potrò ritenermi soddisfatta.

Sara Giommi

Sara Giommi è nata a Bologna nel 1993. Ha studiato presso l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo conseguendo la laurea triennale in Lingue e culture straniere nel 2016 e successivamente la laurea magistrale in Lingue straniere e studi interculturali nel 2019.

“Quel che resta del Vietnam” è il suo primo libro, frutto di una rielaborazione di quest’ultima.

Serafino Di Giampaolo

Serafino Di Giampaolo ha 61 anni , nasce in
Abruzzo e vive tra Senigallia e Melbourne.
Ha dedicato la vita all’insegnamento del –
la cucina Italiana di cui ne è ambasciatore.
Passione che lo ha portato a lavorare ed
insegnare in tutti i cinque continenti del
Mondo, dove ha pubblicato svariati articoli
sulla cucina italiana in più lingue. Ha altresì
pubblicato una raccolta di ricette dal mon –
do degli emigrati. Ha organizzato con Am –
nesty international eventi a favore di mino-
ranze etniche. Il suo impegno sociale parte
da dentro le cucine.

Serena Bacchiocchi


Serena Bacchiocchi nasce ad Ancona il 25 settembre 1976 sotto il segno della Bilancia. Sebbene molto impegnata sul piano lavorativo e imprenditoriale, continua ad assecondare la propria natura artistica e a scrivere poesie e racconti. Questo romanzo prende forma durante il periodo del Lockdown. Dicono di lei: Ironica. Eclettica. Energica.

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Sergio Castagnoli

Sergio Castagnoli, classe 1971, vive a Senigallia.

Curioso per natura, è appassionato di nautica, auto sportive, elettronica ed ecosostenibilità. Quello che c’è da sapere sulla sua vita lo trovate in questa autobiografia; quello che è rimasto fuori dalle pagine potete chiederlo direttamente a lui. “Sfacciato” è il suo primo romanzo.

Sergio Colombari


Sergio Colombari, fotografo e giornalista romano, entra nel mondo della fotografia nel 1969, poco più che tredicenne. Spaziando per oltre 50 anni tra giornalismo, cinema e pubblicità ha raccolto immagini pubblicate su riviste di tutto il mondo, copertine di dischi, locandine di film e pubblicità. Per la sua giovane età, Liz Taylor lo chiamava Babyface, per i colleghi era Sergetto.

Sergio Guerra

Sergio Guerra è stato docente, studioso, chitarrista e cittadino del mondo.
Professore a contratto di Letteratura e Cultura Inglese all’Università degli Studi di Urbino per più di vent’anni, ha organizzato indimenticabili concerti e contribuito col suo sound a varie band (dai Fratelli Tessuto ai Soul Fix fino a Orchestra Orientabile) pubblicando nel contempo diversi volumi nel campo dei cultural studies, tra cui Figli della diaspora. Romanzo e multiculturalità nella Gran Bretagna contemporanea (1950-2014) (2014) e Il potere della cultura. Origini, evoluzione e diffusione dei (British) Cultural Studies (2017). Sopra ogni altra cosa, amava i Beatles e la sua gattina Ali.

Silvana Ferretti


Silvana Ferretti è referente d’Istituto per la prevenzione al bullismo e cyberbullismo L. 71/2017 dall’a.s. 2017-18
Membro del NIV dal 2015 (area di lavoro cittadinanza attiva e rapporti con il territorio)
Referente progetto Coscienza Civile dal 2012
Referente per lo sportello psicologico e di mediazione culturale dal 2014
Collaboratrice del dirigente, responsabile di plesso 2012-2015
Membro del Gruppo di Lavoro per l’Inclusione 2013-15
Membro della commissione intercultura 2010-12
Docente di corsi interni per Italiano come L2 e Italstudio 2010-12
Responsabile commissione di prevenzione al disagio e alla dispersione scolastica 2008-2010

Silvia Bassotti


Silvia Bassotti, laureata in DAMS, adora i gatti, ama i libri ed è cresciuta a pane e
fumetti. Disegna galline
da oltre 10 anni

Silvia Bastianoni

Silvia Bastianoni vive a Senigallia (Ancona).
“Quello che vorrei” è l suo primo romanzo.

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